ALESSANDRA LAZZARIS

INTERIOR DESIGNER  VISUAL ARTIST

< Torna all'elenco testi

Punto Fermo

Alessandra Lazzaris / Giorgia Gastaldon

2015

 

L’opera di Alessandra Lazzaris dal titolo Sectioned(2011), conservata nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento, è il punto di partenza di questa mostra personale che vuole infatti essere un approfondimento sul lavoro che l’artista ha portato avanti negli ultimi anni, ma anche un fondamentale affondo su quello che è, di fatto, il patrimonio culturale della cittadina di San Vito al Tagliamento.

 

La ruggine rappresenta il materiale d’elezione di Alessandra Lazzaris fin dall’inizio della sua ricerca. Questo fenomeno dell’ossidazione del metallo – che l’artista tenta di gestire inducendolo con l’utilizzo dell’acido, ma che resta sempre inevitabilmente in parte governato dal caso – è stato da lei declinato, negli anni, in vari modi.

In una prima fase la ruggine veniva “composta”, con una grammatica prettamente pittorica e strumenti di assemblaggio – la cucitura,per esempio – che presentavano connotazioni storiche molto forti ed erano ben radicate nella tradizione italiana di metà Novecento. È questo il caso, ad esempio, dei lavori realizzati tra il 2002 e il 2007. Alternativamente la ruggine era affiancata dallo smalto, andando a sottolineare ancor di più il valore compositivo e pittorico della ricerca dell’artista, che giocava la sua intera grammatica in un’opposizione dei colori e delle rese tattili dei vari materiali coinvolti: metallo lucido, ruggine opaca, pigmento assorbente. Questa ricerca di “opposizioni della superficie” raggiunse il suo culmine attorno al 2009, quando Alessandra Lazzaris adottò la tecnica di colare la ruggine – precedentemente polverizzata per renderla un pigmento e mescolata così allo smalto trasparente – su superfici di acciaio specchiato. In questi lavori si concretizzava anche l’affascinante paradosso di riuscire ad arrugginire ciò che non si può: l’acciaio inossidabile, per l’appunto. Giungiamo così al 2010, quando prende avvio il ciclo intitolato L’età del ferro. I lavori di questa serie aggiungono alla ruggine la resina: un materiale liquido,lucido e trasparente,che viene colato su tutta la superficie del metallo al fine di fissare, e quindi fermare, il processo di ossidazione scatenato dagli acidi e quindi, di fatto, il trascorrere del tempo. A questa serie appartiene anche l’opera Sectionedconservata nella collezione d’arte contemporanea Punto Fermo. La lastra di metallo arrugginito e resina che si presente allo sguardo dell’osservatore ha le sembianze di un vetrino da microscopio, come se guardando a questo lavoro volessimo studiare un reperto sopravvissuto ad un cataclisma e al trascorrere dei secoli. Siamo di fronte, in poche parole, ai resti di fossili, alle impronte di una civiltà che fu. Non a caso, come spiega l’arista stessa, l’età del ferro, nelle culture antiche, rappresentava la fine di un ciclo, cui ne sarebbe seguito, inevitabilmente, uno nuovo. I cicli progressivi, infatti, prevedono un’età dell’oro, seguita da quella dell’argento, del bronzo e, infine, del ferro, per l’appunto. Dopo quest’ultima fase, la più buia e disperata per il genere umano, ne segue un’altra, di rinascenza ed infatti Alessandra Lazzaris, con grande coerenza, abbandona, attorno al 2013, questa poetica per approdare ad una pratica completamente rinnovata, quella delle Sindoni. Da questo momento in poi il lavoro dell’artista smette di essere “additivo” – creando cioè ruggine per mezzo dell’acido sul metallo – per divenire “estrattivo”, con il prelievo della ruggine che viene letteralmente “strappata” da vecchi oggetti di metallo non più creati, quindi, ma semplicemente trovati, in luoghi abbandonati e dimenticati; un rovesciamento di prospettiva che mantiene però una sua forte coerenza nell’indagare il tema centrale di tutta questa ricerca: l’impossibilità di rovesciare il fluire del tempo e l’inesorabilità dell’entropia.

Copyright 2022 ™ Alessandra Lazzaris - CF LZZLSN66T49G284U - Privacy - Cookie Policy